Lavorare meglio, per superare il clima d’incertezza.
Quando vivi meglio, dai il tuo meglio
Il tema del vivere meglio, è stato sicuramente già affrontato innumerevoli volte, da un punto di vista teorico e lievemente pratico.
Ma quello a cui assisto frequentemente è un discorso sui massimi sistemi, che poi si conclude in un nulla di fatto.
Perciò è giunto il momento di fare chiarezza assoluta su quelli che sono i punti cardine per poter intervenire e vivere meglio a livello professionale e quindi personale.
Infatti, fino a qualche anno fa si anteponeva la parola “personale” a quella “lavorativa”, ma la pandemia ha cambiato nettamente gli equilibri, sbilanciando il tempo che dedichiamo alla parte lavorativa, rispetto a quella personale.
In altre parole, oggi dedichiamo molte più ore alla nostra sfera lavorativa che a quella personale. E molto volte questo di riequilibrio dettato dal cambiamento nel mondo del business viene demonizzato, dipingendo l’ambito lavorativo come una sorta di inferno ed il contesto personale come un desiderato paradiso a cui ambire e da ricercare. Una sorta di isola felice immaginaria.
Solo che in questo di ragionamento viene trascurato un elemento troppo importante, che comporta sovente banali errori.
L’errore più banale è quello di pensare che una minore quantità di lavoro possa portare ad una maggiore benessere. Chi lo ha detto?
Ti riporto questa esperienza vissuta in azienda, qualche settimana fa.
Durante una sessione di Business Coaching, ad una responsabile di un team commerciale (la chiamerò Chiara, un nome di fantasia) la quale si occupa della parte estero nella sua azienda, abbiamo affrontato una sua crescente difficoltà nel gestire il clima di incertezza insinuatosi nel suo team che stava causando un incremento di turnover e di diffidenza diffusa.
Chiara si trovava in una di quelle situazioni, dove da una parte si percepiscono le pressioni e le aspettative che l’azienda ha nei suoi confronti e dall’altra le persone del suo team che invece sono andate in “down emotivo” in modo rilevante.
Si sente sopraffatta da ciò che sta accadendo e le sue certezze, si stavano sbriciolando giorno dopo giorno arrivando a mettere in discussione persino se stessa come donna e come responsabile con anni di esperienza.
Uno scenario comune che oggi accomuna tanti manager e responsabili, imprenditori e persone che svolgono ruoli prettamente operativi.
Questo è uno dei centinaia di casi che ho gestito in azienda piccole e medie. La sequenza è sempre più o meno la stessa.
L’elemento spesso sottovalutato, di cui ti parlavo prima, è che in ogni persona porta all’interno dei contesti della propria vita:
– La qualità dei propri pensieri
– La qualità dei proprie Emozioni
– La qualità dei proprie Azioni
E dalla qualità di ognuno di questi elementi dipende la qualità della nostra vita.
Quindi, con Chiara ho fatto un lavoro sinergico ci Coaching e Intelligenza emotiva, per aiutarla a diventare consapevole dei propri pensieri che in quel preciso momento avevano preso la deriva, poi l’ho aiutata a navigare le sue emozioni ed infine ha trovato nuove strategie per far si che potesse “tornare in se”, dopo di ché siamo passati alle sessioni con il suo team per ricreare un clima di fiducia.
Il progetto di coaching sta portando i suoi frutti all’azienda in quanto c’è stato un netto incremento dell’indice di engagement del team, con un conseguente miglioramento del clima emotivo e delle conseguenti performance in termini qualitativi e quantitativi.
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- 1. definire i tuoi obiettivi di sviluppo, riguardanti anche eventuali altre persone che vorrai coinvolgere nel progetto
- 2. capire sulla base dei tuoi obiettivi su quali aree serve lavorare attraverso la formazione e il coaching
- 3. quantificare tempi e l’importo dell’investimento richiesto.